Cerca nel blog

venerdì 16 ottobre 2020

Di Lorelay As.Intorno ai primi di ottobre del 1943

Di
Lorelay As
. Lo racconto per la prima volta, scusate se lo scritto è un po' lungo .
Intorno ai primi di ottobre del 1943, mia madre z.l. che si trovava con mio padre z.l. e mia sorella nascosta in un piccolo paese umbro, ebbe un accesa discussione con papà.
Voleva a tutti i costi andare a vedere cosa stava succedendo a Roma.
Aveva saputo che la situazione lì non era tranquilla e voleva verificare che i suoi genitori e familiari stessero bene.
Del resto papà, aveva tutti i suoi parenti vicini in quanto quel piccolo borgo era il paese di origine di sua madre.
Mio padre era decisamente contrario, anche perché mamma voleva portare con sé mia sorella che aveva poco più di due anni.
Alla fine lo convinse, spiegandogli che comunque, essendo partiti in fretta e furia d'estate, dopo il 25 luglio, non avevano più il vestiario adatto ed era necessario fare scorta di maglioni, cappotti e coperte.
Parti' da sola e raggiunse Roma il 16 ottobre 1943.
Andò subito a vedere come stavano gli anziani genitori ma fu' subito accolta con uno schiaffo da mia nonna che le disse: "Non dovevi venire, noi stiamo bene.
Qualsiasi cosa ci succeda noi siamo vecchi e il tuo posto non è qui, ma con tuo marito e con tua figlia".
Presa la sberla, si recò, totalmente ignara di tutto al suo domicilio nel quartiere Prati per svuotare la valigia e fare il cambio di stagione.
Trovò le porte di casa con delle assi inchiodato sulla porta, e pensò ad un atto vandalico.
Imprecando riuscì a scavicchiarle usando le forbicine che aveva nella borsa (anche allora le donne facevano manicure!) ed entrò nell'appartamento.
Ma aveva l'impressione che le pareti la respingessero.
Di corsa fece quello che doveva e scese a piedi le scale.
Ma la portiera la vide e quasi svenne.
"Madonna - disse- signora che cosa ci fa lei qui? Scappi, scappi...
Sono venuti I tedeschi e vi cercavano ... avevano una lista con i vostri nomi! Famiglia A: marito, moglie, bambina".
In effetti era stato preso, ed era stato interrogato dalle ss, suo marito il portiere.
I nazisti non credevano alla sua versione, e solo grazie all'aiuto di un avvocato, che abitava nello stabile e parlava tedesco, era riuscito a convincerli che lui della famiglia A. non sapeva più nulla dall'estate trascorsa.
Con il cuore in gola, mamma strappò i documenti e corse alla Stazione Termini per prendere il primo treno in partenza per Perugia.
Sali al volo e si andò a sedere nell'ultimo vagone in fondo al treno.
Trovò posto accanto ad un uomo anziano, con una grande barba bianca e si fece piccola piccola...
Il treno parti'.
Fece qualche fermata ma poi si arrestò.
Non era però per l'interruzione delle linea ferroviaria, ma perché salirono per il controllo i fascisti.
"Documenti, tirate fuori i documenti - chiedevano".
Mia madre li vedeva arrivare ed era terrorizzata, e cercava quasi di nascondersi.
Gli sbirri si posero davanti all'anziano, e e quando lui porse il suo documento di identità, scattarono immediatamente sull'attenti.
Fecero per chiedere a mamma, ma questo vegliardo, ponendo una mano sul braccio su di lei, li retargui' con decisione.
"È MIA FIGLIA! - gli disse - e rispettosamente i fascisti se ne andarono.
Tra mamma e lui, non era intercorso alcun dialogo, ma all'avvio del treno, quest'uomo (un angelo, un salvatore?) le sussurrò queste parole:" Alla prima fermata scendi!"
Mamma z.l. obbedi senza parlare.
Scesa dal treno trovò un passaggio per Ponte s. Angelo su un carretto di fieno guidato da un contadino e ritornò dalla sua famiglia.
(Racconto di Lorelay As)




Nessun commento:

Posta un commento

Commenti liberi

La prima guerra macedonica (Leggende Romane)

La prima guerra macedonica La seconda guerra punica fu la prima grande guerra mondiale del Mediterraneo, che coinvolse moltissimi stati. Non...