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mercoledì 14 ottobre 2020

ANTICAE VIAE Ieri alle 12:00 · nave arcaica di Gela

 

Ieri alle 12:00
 
Come Ulisse, la #nave arcaica di #Gela sta per fare ritorno nella sua Itaca, per essere esposta, dopo 2700 anni, in un padiglione provvisorio dell'area archeologica di "Bosco Littorio", a poche centinaia di metri dal mare che l'ha conservata per tanti secoli.
La fine di questa "Odissea" è stata annunciata proprio a Gela dal governatore della Sicilia, Nello Musumeci, nel corso di una conferenza stampa tenuta nel museo, con la quale ha annunciato una serie di iniziative riguardanti i beni culturali della città.
Musumeci ha confermato il finanziamento di 4 milioni di euro per la costruzione del "Museo del mare" che dovrà ospitare definitivamente la nave greca, tornata dall'Inghilterra dopo un trattamento di desalinizzazione dei legni, in un ambiente a temperatura e umidità costanti. Nel prossimo aprile sarà esposta al pubblico presso una struttura provvisoria in policarbonato, di 400 metri quadrati, realizzata con il supporto di container espositivi.
Il progetto, dal titolo "Ulisse, l'arte e il mito", si sviluppa in due fasi, considerato che la prima esposizione del relitto è avvenuta a Forlì, e si conclude alla fine di ottobre, nell'ambito di una rapporto di collaborazione tra i musei "San Domenico" del comune Romagnolo e quello di Gela attraverso accordi tra le due sovrintendenze provinciali e i governi regionali. Il governatore e l'assessore ai beni culturali, Alberto Samonà, hanno confermato che dal governo nazionale è stato approvato il progetto di variante per la ricostruzione del museo archeologico di Gela che manifesta i segni di un cedimento strutturale con pericolo di crollo.
Infine, è stato annunciato che le tombe arcaiche e i reperti archeologici rinvenuti in via Di Bartolo, nel quartiere Borgo, a ridosso della villa comunale, durante la posa in opera dei cavi telefonici in fibra ottica, saranno illuminati e coperti con lastre di cristallo antisfondamento in una sorta di museo all'aperto. I lavori saranno eseguiti a proprie spese interamente dalla "Open Fiber", la stessa azienda del gruppo Enel che li ha trovati.

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