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sabato 17 ottobre 2020

Traiano http://storieromane.altervista.org/

Morto Domiziano, il senato diede il titolo imperiale ad un anziano senatore, Nerva, che già nel 97 adottò uno dei più importanti comandanti militari del tempo, il governatore della Germania Superiore (forse anche per calmare l’esercito), Marco Ulpio Traiano. Discendente di un’antica famiglia italica, era nato inBaetica, nel sud della Spagna, a Italica, colonia fondata ai tempi di Scipione; il padre si era distinto nella guerra giudaica come legato di Vespasiano.

La scelta di Nerva non sarebbe potuta essere più felice: con Traiano si instaurava il principio dell’adozione, che per circa un secolo garantirà pace e prosperità:

«Per la buona sorte del senato, del popolo romano e di me stesso adotto Marco Ulpio Nerva Traiano!»

(Cassio Dione, Storia Romana, 68, 3)

L’imperatore ispanico

Traiano era nato a Italica, il 18 settembre del 53 d.C. Dopo aver seguito il padre governatore di Siria, divenne console nel 91. Governatore della Germania Superiore quando Nerva lo adottò, gli successe già il 28 gennaio del 98. Il passaggio di potere non fu traumatico e avvenne senza problemi.

Traiano decise però subito di espandere il corpo dei frumentarii, che da addetti al rifornimento del grano, divennero delle spie; introdusse anche una nuova guardia armata a cavallo, gli equites singulares, che sostituivano i germani corporis custodes usati dai Giulio-Claudi; tuttavia la provenienza etnica di queste truppe, per quanto regolamentate, era pur sempre germanica e pannonica in larga parte, reclutati fra le migliori truppe ausiliarie.

Politica e amministrazione

Traiano aumentò le distribuzioni di frumento al popolo; inoltre perfezionò il sistema degli alimenta, creato da Nerva: si trattava di prestiti perpetui al 5% concessi dal fisco imperiale ai proprietari italici; i proventi, riscossi dalle amministrazioni cittadine, erano usati per i bambini poveri. In tal modo si cercava sia di favorire la piccola proprietà italica sia di aumentare la quantità di italici “recrutabili”. Traiano inoltre obbligò i senatori a possedere un terzo delle loro proprietà sul suolo italico, che mantiene ancora un primato politico invidiabile (lo ius italicum era l’apice per un cittadino romano).

L’imperatore ispanico fu anche un costruttore: edificò le sue terme, create da Apollodoro di Damasco (nel 109), sopra la domus aurea, interrata, e diede finalmente a Roma un nuovo enorme porto esagonale, a Porto, a nord di Ostia, superando la soluzione di Claudio, il cui porto si era rapidamente insabbiato. Inoltre Traiano fece costruire un nuovo acquedotto, l’Aqua Traiana e, grazie anche al bottino della guerra dacica, realizzò un nuovo foro, con la Basilica Ulpia, i Mercati Traianei e la famosa Colonna, oltre a due biblioteche, una greca e una latina.

Sotto Traiano si cominciano a palesare anche i primi problemi di convivenza con i cristiani. Plinio il giovane, legato di Bitinia, si ritrovò ad aver a che fare con loro. Scrisse a Traiano per chiedere cosa fare, e l’imperatore rispose con un rescritto imperiale che mostrava moderazione ed equilibrio:

«Mio caro Plinio, nell’istruttoria dei processi di coloro che ti sono stati denunciati come Cristiani, hai seguito la procedura alla quale dovevi attenerti. Non può essere stabilita infatti una regola generale che abbia, per così dire, un carattere rigido. Non li si deve ricercare; qualora vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, li si deve punire, ma in modo tale che colui che avrà negato di essere cristiano e lo avrà dimostrato con i fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dei, quantunque abbia suscitato sospetti in passato, ottenga il perdono per il suo ravvedimento. Quanto ai libelli anonimi messi in circolazione, non devono godere di considerazione in alcun processo; infatti è prassi di pessimo esempio, indegna dei nostri tempi.»

(Plinio il Giovane, Epistularum libri decem, X, 97) 

Traiano viene anche ricordato come uomo buono: rispettò gli altri e non si comportò come tiranno. Pare che a chi gli domandasse perché tenesse aperte le porte del palazzo imperiale, rivendo chiunque, avesse esclamato di voler trattare gli altri semplicemente come si sarebbe aspettato di essere trattato se fosse stato al loro posto.

Si narra che in partenza per la campagna dacica una donna si gettò ai suoi piedi chiedendo giustizia per il figlio ucciso: Traiano rispose che se ne sarebbe occupato al ritorno, la donna che potrebbe non tornare, allora l’imperatore dice che se occuperà l’erede, al che la donna gli fece presente che non aveva eredi. In quel momento Traiano smontò da cavallo e cercò l’assassino, e solo dopo averlo trovato e assicurato alla giustizia ripartì per la sua spedizione. 

Guerre e conquiste

«Dopo aver trascorso del tempo a Roma, [Traiano] mosse contro i Daci, avendo riflettuto sui loro recenti comportamenti, poiché era contrariato a causa del tributo a loro versato annualmente ed aveva notato che era aumentata non solo la loro forza militare, ma anche la loro insolenza.»

(Cassio Dione, LVIII, 6, 1) 

«Decebalo, venuto a sapere dell’arrivo di Traiano, ebbe paura, poiché egli sapeva che in precedenza aveva sconfitto non i Romani ma Domiziano, mentre ora si sarebbe trovato a combattere sia contro i Romani, sia contro Traiano.»

(Cassio Dione, LVIII, 6, 2) 


«Mentre Traiano era giunto, nel corso della campagna militare contro i Daci, nei pressi di Tapae, dove si erano accampati i barbari, gli venne portato un grosso fungo sul quale era stato inciso in latino, che i Buri e gli altri alleati invitavano Traiano a tornare indietro e rimanere in pace.»

(Cassio Dione, LVIII, 8, 1) 



Traiano è ricordato però principalmente come conquistatore: nel corso di due guerre, nel 101-102 e 105-106 sottomise i daci di Decebalo, vendicando le sconfitte subite ai tempi di Domiziano. Le gesta di Traiano sono raccontate sulla famosa Colonna, sulla cui cima era presente una statua dell’imperatore. Dopo duri combattimenti i romani sottomisero totalmente la Dacia, trasformandola in provincia. Era ricchissima d’oro, che affluirà nelle casse romane e garantirà cinquant’anni di prosperità economica.

Qualche anno dopo Traiano, dopo aver annesso anche l’Arabia e l’Armenia, nel 114, ricevendo il titolo dal senato di optimus princeps, attaccò i parti, conquistando Ctesifonte nel 115:

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