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lunedì 16 novembre 2020

Egitto: a Saqqara annunciata la scoperta dell’anno


Egitto: a Saqqara annunciata la scoperta dell’anno

Erano giorni che aspettavamo questa conferenza stampa che teneva tutti sulle spine in quanto doveva rivelarci quella che sarebbe stata la scoperta dell’anno; ed erano giorni che trapelavano notizie ed immagini su ciò che sarebbe stato annunciato. Così ieri, in una cornice spettacolare che vedeva sullo sfondo la suggestiva piramide di Djoser (sovrano della III dinastia, …-2660 a.C. circa) e il portale d’accesso al suo complesso funerario con in primo piano tantissimi sarcofagi disposti ad arte, il Ministro del Turismo e delle Antichità Khaled el-Anany e il Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità Mostafa Waziri – nonché direttore della missione di scavo nella necropoli di Saqqara – hanno presentato questa scenografica conferenza stampa di fronte ad una nutrita rappresentanza di ambasciatori e giornalisti provenienti da ogni angolo del mondo. Pathos…

(ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)

Gli scavi condotti dalla missione archeologica egiziana a Saqqara, precisamente nell’area del Bubasteion (l’area che nel Periodo Tardo fu dedicata alla dea Bastet), ha portato alla luce tre nuovi pozzi funerari di 10, 11 e 12 metri di profondità che hanno restituito un impressionante numero di sarcofagi antropoidi sigillati, perfettamente conservati e dai bellissimi colori. Una collezione di oltre 100 sarcofagi ha rivisto la luce dopo circa 2.500 anni! Un numero eccezionale a cui, ricordiamo, si aggiungono i 59 annunciati lo scorso 3 ottobre (qui il nostro articolo). Le bare, deposte accatastate le une sulle altre all’interno di camere e nicchie scavate nei pozzi, appartenevano principalmente a funzionari e sacerdoti della XXVI dinastia (672-525 a.C. circa); tra essi esemplari risalenti anche al Periodo Tolemaico (332 a.C.-30 a.C.), chiaro segno che questi pozzi furono utilizzati per secoli. Waziri ha tenuto precisare che il numero dei sarcofagi annunciato non è certamente quello definitivo, in quanto i lavori sono ancora in corso e ci sono ancora altre inumazioni da riportare in superficie.

(ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)
(ph. dal web)

Molte delle bare contengono mummie splendidamente preservate dall’azione del tempo e degli agenti esterni, conservazione resa possibile grazie al modo in cui sia i sarcofagi che i pozzi furono sigillati. Le mummie sono spesso ricoperte da cartonnage dai colori ancora vividi, mentre alcune di loro si sono presentate agli occhi degli studiosi addirittura adorne di ghirlande di fiori, come la mummia che è stata presentata nella conferenza stampa di ieri, perché, come da copione, ognuno di questi eventi ha sempre avuto la sua mummia da scoprire. Ma quest’ultimo appuntamento ha superato per livelli artistici tutti gli altri, è stato davvero improntato sullo show; infatti, dopo la consueta apertura di uno dei sarcofagi di fronte ad un pubblico incuriosito, è stata fatta in diretta una radiografia alla mummia ivi contenuta grazie alla presenza di uno scanner portatile a raggi X, mentre un maxi schermo ha permesso ai presenti di partecipare allo “studio” preliminare. Sono stati osservati il processo di imbalsamazione, le generalità del defunto, come sesso ed età, ed è stato valutato se la salma fosse afflitta da qualche patologia evidente. Il responso emerso indica che l’uomo passò a miglior vita a 40 anni, era alto 175 cm, era sano (anche se con qualche ascesso ai denti) e non soffriva di malattie mortali. Bassem Gehad, che ha condotto la scansione, ha dichiarato che il defunto era perfettamente mummificato con le braccia incrociate sul petto nella classica posizione osiriaca. La salma era ricoperta da un bellissimo cartonnage policromo fissato al corpo da bendaggi vegetali e al momento della scoperta, come abbiamo detto, era adorno di una ghirlanda di fiori.

(ph. dal web)
(ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)
(ph. English Ahram)

Il Ministro delle Antichità, rispondendo ai numerosi interrogativi emersi nelle scorse settimane in merito al fatto se fosse giusto o meno rimuovere tutti quei corpi dalla loro sepoltura, ha spiegato che oltre a motivi scientifici-archeologici si è presentata la necessità di estrarre i sarcofagi scoperti così da avere spazio per completare l’esplorazione dei nuovi pozzi retrostanti. Ha inoltre aggiunto che i sarcofagi verranno distribuiti tra i 3 grandi musei cairoti: il Museo del Cairo di piazza Tahrir, il Grand Egyptian Museum (dove sono già stati trasferiti i 59 sarcofagi trovati il mese scorso) e il National Museum of Egyptian Civilization.

(ph. english ahram)

Il dottor Khaled Al-Anani ha annunciato anche che le casse che saranno trasferite al Museo Egizio di piazza Tahrir sono da considerarsi un dono in occasione del 118° anniversario della sua fondazione, che cade proprio oggi, sottolineando che per celebrare questo evento, martedì prossimo si terrà nello storico Museo di Tahrir una mostra dedicata proprio a questi reperti.

(ph. dal web)

All’interno dei pozzi scoperti nella necropoli Menfita non solo sarcofagi, ma anche numerosi manufatti dorati. Sono 40 le statue lignee, alcune delle quali dorate: di queste 28 rappresentano la divinità funeraria maggiormente venerata a Saqqara, Ptah-Sokar-Osiride; 4 le maschere funerarie in cartonnage dorato; 20 le cassette in legno utilizzate come contenitori per vasi canopi e ushabti; 3 le statue di legno rappresentanti il “defunto”; oltre a diversi ushabti e amuleti.

(ph. dal web)
(ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)

Ma la notizia che ha destato maggior interesse (visto che del sorprendente ritrovamento dei 100 sarcofagi si parlava ormai da giorni) è stata quella in cui si è appreso che all’interno di queste sepolture sono state trovate tre statue lignee risalenti all’Antico Regno, cioè a quasi 2000 anni prima delle inumazioni. Si era a conoscenza del fatto che la necropoli di Saqqara fosse stato luogo di sepoltura per tutta la durata della civiltà egizia, ma trovare oggetti di epoche così lontane tra loro all’interno della stessa sepoltura è cosa davvero insolita. Che fossero oggetti recuperati da sepolture antiche e deposti come per sottolineare lo status symbol del defunto del Periodo Tardo? Gli archeologi rifletteranno ed indagheranno su questa cosa. Delle tre statue in legno d’acacia raffiguranti un uomo stante di oltre 4000 anni fa due erano intitolate ad un uomo di nome “Phnomus”, apparentemente un giudice della VI dinastia. Una misura 120 cm di altezza e l’altra 75 cm.

(ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)

Questi risultati altro non sono che i frutti di un’attività di scavo iniziata nell’area indagata lo scorso mese di agosto, la stessa area dove ad ottobre la missione aveva trovato i 59 sarcofagi ancora sigillati e in buonissimo stato di conservazione con al loro interno corpi umani mummificati. Ma sono tre anni, ormai, che la necropoli di Saqqara regala sorprese davvero interessanti, come mummie di leoni e scarabei, depositi di mummie votive, tombe complesse e splendidamente affrescate… tanto che lo stesso Ministro delle Antichità Khaled el-Anany ha dichiarato che è stato scoperto solo l’uno per cento delle antichità che sono state sepolte nella necropoli, aggiungendo e sottolineando che questa grande scoperta del 2020 non sarà di certo l’ultima, in quanto ne seguiranno presto molte altre. Prima della fine dell’anno verranno presentati altri interessanti ritrovamenti e imminente sarà l’annuncio di una scoperta ad opera del dott. Zahi Hawass. D’altronde Saqqara era la necropoli della città di Memphis, la prima capitale del regno delle Due Terre, e serviva un territorio che si estendeva da Abu Rawash a nord a Dashur a sud; la sua importanza è rimasta inalterata anche con lo scorrere dei millenni, infatti, come riporta il cortometraggio presentato durante la conferenza, Saqqara è “un luogo sacro dove i ricchi e i potenti volevano essere sepolti”.

Qui di seguito il filmato pubblicato dal Ministero del Turismo e delle Antichità in merito a questa ultima scoperta:

 

Pensando alle piramidi tutti dirottano i propri pensieri alla Piana di Giza, ma Saqqara supera per importanza la ben nota Piana. Saqqara conta ben 13 piramidi, qui vi furono sepolti i sovrani dell’Antico Regno, ma anche sacerdoti, alti funzionari e cittadini meno abbienti vissuti durante l’intera civiltà egizia, dal periodo faraonico a quello greco-romano. Qui si trova la più grande necropoli di animali e sempre qui sono stati costruiti anche antichi monasteri. A pieno diritto questo luogo è stato registrato nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

(ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)

Ampliando l’argomentazione verso le nuove iniziative del Ministero, Anany ha dichiarato che prima della fine del 2020 verranno inaugurate la Sala Centrale e la Sala delle Mummie nel Museo Nazionale della Civiltà Egizia. Le salme reali saranno accompagnate da un grande convoglio che le trasferirà dal Museo Egizio di Tahrir fino alla loro nuova destinazione a el-Fustat, nella vecchia Cairo (leggi qui per conoscere questo museo).

Il doot. Khaled el-Anany durante la conferenza (ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)

Nella sua “arringa” finale Anany ha voluto ringraziare tutti coloro che sostengono la ricerca e lo sviluppo della cultura, sottolineando che il settore del turismo e delle antichità gode di un sostegno senza precedenti da parte della leadership politica, poiché grazie all’appoggio del Presidente della Repubblica Araba d’Egitto alla fine del mese di ottobre sono stati inaugurati tre musei di antichità egizie in tre governatorati diversi in un solo minuto: il Museo di Sharm el-Sheikh, quello di Kafr el-Sheikh e il Museo delle Carrozze Reali al Cairo.

(ph. Presidency of the Egyptian Council of Ministers)

Source: MoTA

N.B: se qualcuno riconoscesse come proprie le foto senza credito ce lo comunichi così da accreditarle correttamente. Grazie!

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giovedì 12 novembre 2020

Il secondo viaggio di Paolo

Il secondo viaggio di Paolo

Fonte:
CulturaCattolica.it

Raffaello, San Paolo davanti al Console

Il secondo viaggio (At 15, 36-18, 22) durerà circa 3 anni, tra il 49 e il 52 d. C.. Sul punto di ripartire, i due apostoli si separano: Paolo si rifiuta di portare con sé Marco, che salpa con Barnaba alla volta di Cipro e altrove (forse anche in Italia settentrionale). Invece Saulo, insieme a Sila, torna in Asia Minore, a vedere come stanno le Chiese fondate nel primo viaggio. Ma, lungo questo secondo itinerario, l’Apostolo delle genti avrà modo di incontrare un altro mondo, quello greco-romano.
Listri si aggrega Timoteo, di padre greco e che sarà tanto caro a Paolo. Docili allo Spirito, dopo aver attraversato la Frigia ed evangelizzato la Galazia, rinunciano ad entrare nella provincia di Asia e della Bitinia, costeggiano la Misia e scendono a Troade, nel nord-ovest della attuale Turchia. Qui Paolo ha la visione notturna del Macedone che lo supplica: «Passa in Macedonia e aiutaci!». Così Paolo si sente chiamato a mettere piede sul suolo d’Europa (cf At 16, 9s).
Quindi si dirigono verso Samotracia e Neapoli; di qui a Filippi, colonia romana ormai città latina del primo distretto della provincia macedone. Battezzano Lidia, commerciante di porpora incontrata durante una riunione di preghiera lungo il fiume, e ne accettano l’ospitaltà. Ma vengono bastonati e incarcerati, in seguito alla denuncia fatta da una schiava indovina (e dei suoi padroni), i cui guadagni la loro predicazione aveva messo in pericolo. Nottetempo, li libera dalle catene un terremoto. Temendo la punizione da parte dei magistrati, il disperato carceriere tenta il suicidio; ma Paolo lo dissuade e lo battezza con tutta la famiglia. Saputo poi che Paolo e Sila sono cittadini romani, le autorità li rimettono in libertà (cf At 16, 11-40). Lì crescerà una bella comunità cristiana, a cui l’Apostolo invierà da un’altra prigione la lettera della gioia e dell’affetto, quella appunto ai Filippesi.
Da qui giungono a Tessalonica, dove convertono non pochi Greci. Colti da gelosia, i giudei li denunciano presso le autorità pagane, coinvolgendo pure Giasone, che li aveva ospitati. I missionari sono fatti partire di notte per Berea, centro portuale della Macedonia. Qui si ripete ciò che era accaduto a Tessalonica: conversioni ancor più numerose e ostilità fomentate da fanatici giunti da Tessalonica. Paolo allora viene accompagnato ad Atene, dove attende a lungo la nave che porta Sila e Timoteo.
Per quanto devastata dai romani nel 146 a. C., Atene era pur sempre la capitale della sapienza, dell’arte e della democrazia, anche senza lo splendore dei secoli V e IV a. C.. Paolo non perde tempo: ogni giorno discute con i pagani in sinagoga e con i passanti sulle piazze. I filosofi epicurei e stoici, incuriositi, lo invitano sull’Areopago, perché questo ciarlatano si spieghi meglio. È qui che Luca mette in bocca a Paolo il magistrale annuncio di Cristo Risorto ai pensatori politeisti di Atene (cf At 17, 11-33). Se ne parlerà più avanti.
Lo scarso successo non scoraggia Paolo, che percorre i 50 Km che lo portano a Corinto, capitale della provincia romana dell’Acaia, ancora più cosmopolita e corrotta di Atene. Nella numerosa comunità giudaica del luogo, trova ospitalità presso i coniugi cristiani Aquila e Priscilla, provenienti da Roma, da dove nel 49-50 d. C. l’imperatore Claudio aveva allontanato tutti i Giudei. Sono anch’essi fabbricanti di tende e Paolo può lavorare con loro (cf At 18, 1-3).
Sopraggiunti Sila e Timoteo, danno inizio alla predicazione, rifiutata dai giudei, ma accolta dal capo della sinagoga Crispo e famiglia; la accolgono pure i pagani ben disposti, tra i quali un certo Tizio Giusto. Un’altra visione lo incoraggia a «non tacere, perché Io ho un popolo numeroso in questa città» (At 18, 10). Da qui scrive le due lettere ai Tessalonicesi.
Così Paolo si ferma un anno e mezzo, tra l’inverno del 50 e l’estate del 52 d. C.. Verso la fine del soggiorno a Corinto, i giudei riescono ancora a trascinarlo in tribunale, ma il pro-console Gallione lo lascia libero, rifiutandosi di trattare le loro questioni religiose; ne va di mezzo lo stesso capo sinagoga Sostene, addirittura percosso dalla sua gente (cf At 18, 12-17).
Quindi, in compagnia di Aquila e Priscilla, s’imbarca per la Siria e giunge di nuovo a Efeso, da cui riparte troppo presto per Cesarea. Ha quindi modo di «salutare la Chiesa di Gerusalemme» per poi raggiungere Antiochia. Ben presto, però, riparte per confermare nella fede «tutti i discepoli della Galazia e della Frigia» (cf At 18, 18-22).

lunedì 9 novembre 2020

Domenico Mazzocchi (Civita Castellana, 8 novembre 1592

Domenico Mazzocchi (Civita Castellana, 8 novembre 1592 batt. – Roma, 21 gennaio 1665) è stato un compositore italiano del periodo barocco, autore di mottetti, madrigali, opere e oratori.
Fu al servizio di potenti aristocratici, come il cardinale Ippolito Aldobrandini, la famiglia Borghese, il cardinale Odoardo Farnese e il cardinale Maffeo Barberini, poi eletto al soglio pontificio col nome di Urbano VIII.
Mazzocchi fu il primo ad usare il semitono enarmonico ed i segni del crescere, del diminuire, del piano e del forte, adottati ben presto da tutti i compositori di musica sacra.
Il fratello minore, Virgilio Mazzocchi, fu per qualche tempo suo allievo ed ebbe una brillantissima carriera musicale.


La prima guerra macedonica (Leggende Romane)

La prima guerra macedonica La seconda guerra punica fu la prima grande guerra mondiale del Mediterraneo, che coinvolse moltissimi stati. Non...